Ultimamente mi trovo a dover rispondere alle domande: “è bene scherzare su questa epidemia? sono giusti i meme, post, vignette che imperversano sui social e vengono maniacalmente condivisi? Se ci rido su è corretto? A volte può essere utile osservare le nostre reazioni emotive per capirlo, ma non è questo il caso infatti se ci rido su può capitare che mi senta anche in colpa (sensazione sgradevole) dopo averlo fatto oppure può accadere che mi erga a giudice e non li condivida e che esprima o no il mio dissenso. La sensazione che mi rimane
incollata addosso è comunque sgradevole. Per rispondere a queste domande un’aforisma di F. Chopin ci può aiutare: “chi non ride, non è una persona seria”. L’opinione di alcuni è che, sdrammatizzare riguardo una cosa oggettivamente seria,sia un atteggiamento inopportuno e inadeguato e che sia sinonimo di superficialità o addirittura di una leggerezza mentale, ma l’umorismo è anche una forma di difesa psicologica, una risposta messa in atto per allentare la tensione ed è quindi anche una strategia per creare distacco da quello che ci fa soffrire e che ci crea angoscia e preoccupazione. Ad esempio nella cultura sud americana e più specificatamente messicana, basta pensare al Dia de Muertos, la risata assume una funzione catartica volta appunto a sdrammatizzare ed esorcizzare la paura della morte. Dunque a prescindere da quale sia l’atteggiamento giusto o sbagliato da avere, due sono le cose importanti:
1) mantenere una tolleranza nei confronti di chi reagisce diversamente da noi sapendo che non sempre l’interpretazione che facciamo del loro comportamento è quella corretta
2) che si scherzi o no sull’argomento, reagire e combattere seriamente il virus con le dovute precauzioni!
Dr. Marchelle Marco
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