Rispetto alla confusione iniziale, ora la direzione da seguire è molto più definita: dobbiamo stare a casa. Ma la cosa non necessariamente fa svanire quella fastidiosa e a volte insostenibile sensazione negativa: l’angoscia! Con questa parola definiamo lo stato emotivo che in questa emergenza psicologica stiamo attraversando: è caratterizzato da una sensazione di impotenza e di forte apprensione che ci fa sentire come se stessimo combattendo contro un nemico invisibile che non conosciamo e di cui non sappiamo la portata esatta della potenza. Di fronte agli eventi che non riusciamo a comprendere adottiamo un modalità legata al controllo, che in altre circostanze può risultare efficace, ma quando il nemico è incontrollabile subentra l’angoscia. Ed è qui che mettiamo in atto una serie di azioni e pensieri che invece di farci sentire meglio ci fanno sprofondare ancora di più nell’angoscia:
- cerchiamo informazioni in modo frequente alla ricerca di una rassicurazione che non arriva mai, perchè non si trovano risposte certe
- ne parliamo con chi ci è intorno trattandolo come se fosse l’argomento cardine della nostra giornata e i tuoi pensieri e comportamenti saranno guidati da questo
Abbiamo però un margine di controllo, si può reagire diversamente e in maniera funzionale per affrontare al meglio l’emergenza. Ad esempio possiamo concederci in uno spazio e un tempo predefinito le nostre angosce, esatto proprio loro! Non le possiamo scacciare e distruggere hanno un valore funzionale adattivo nel senso che a livello lieve e moderato l’angoscia ci aiuta a reagire all’emergenza in maniera preventiva magari portandoci a seguire attentamente le indicazioni del Ministero della Salute. E’ solo quando il livello dell’angoscia diviene più elevato che va gestito come descritto sopra. E’ dunque con una costante attenzione alle indicazioni basilari del Ministero della Salute e una adeguata gestione dell’angoscia che supereremo questo momento.
Dr. Marchelle Marco
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