TESTIMONIANZE
Ho intrapreso il percorso psicologico per affrontare tutto ciò che io, in modo riduttivo, racchiudo nel termine di ansia generalizzata e che comporta, tra le altre cose, fastidiosi pensieri ossessivi che non mi abbandonavano quasi mai e che durante la giornata tornavano sempre ad assillarmi. Cercavo di capire se le scelte che facevo erano giuste, se il nel nel ristorante scelto era tutto perfetto, se il compagno che avevo era quello giusto oppure no, se dovevo continuare a studiare…dubbi su dubbi che andavano a coprire quasi l’intera giornata e di fatto mi trovavo bloccata. Non riuscivo a smettere di pensare e i dubbi mi tormentavano, ma era più forte di me dovevo farmi quelle domande e darmi delle risposte per capire se le cose che pensavano erano da fare o da non fare, erano giuste o sbagliate: ero schiava della mia ossessione. Non uscivo più molto e quando lo facevo ero concentrata solo sui miei pensieri ossessivi e non mi divertivo, ormai mi ero anche depressa. Nel corso delle sedute, mi sono stati forniti diversi strumenti (pratici, mentali, ecc.) utili alla risoluzione dei problemi sopra citati. Grazie alla consapevolezza dei meccanismi controproducenti e delle convinzioni errate della mia mente, ora ho più risorse per combatterli. Inoltre, ho conquistato un più stabile equilibrio tra la mia parte razionale e la mia parte emotiva, quest’ultima a lungo repressa. Non ho completamente deviato in positivo gli atteggiamenti svantaggiosi, ma ho raggiunto risultati soddisfacenti che mi permettono di vivere la mia vita senza cercare in ogni dove la perfezione. Sento di conoscere meglio me stessa e di aver fatto passi verso la persona che voglio essere. Riconosco una maggiore centratura e focalizzazione su valori e aspetti della vita che considero importanti, oltre a un netto miglioramento nella gestione delle relazioni sociali. Ora esco e mi godo le cose che mi accadono senza cercare di controllarle ossessivamente per ottenerle perfette. È un lavoro impegnativo su se stessi, che richiede un grande investimento di energie, ma che diventa un ottimo alleato per sconfiggere quei problemi che diventano veri e propri mostri che non ti permettono di vivere serenamente la vita. Non escludo in futuro un secondo percorso psicologico, per indagare quegli aspetti che ne sono rimasti momentaneamente esclusi
E. 24
La mia ossessione più grande era l’organizzare tutto alla perfezione: dalle faccende di casa, al lavoro, ai viaggi… Adesso vi spiego come mi organizzavo per un viaggio: la lista era la prima a nascere e crescere con andamento esponenziale e proporzionale alla durata del viaggio e alla distanza chilometrica da casa. Per esempio un’assenza di una settimana richiedeva una lista di due pagine con aggiunte perenni e continue alla ricerca di qualcosa che poteva essere sfuggito al controllo della memoria. I bagagli meritano una menzione a parte. I quantitativi degli abiti erano enormi e il più delle volte rimanevano intatti e mai indossati, stessa cosa per le scarpe. D’inverno la faccenda era seria perché i golf sono voluminosi e le scarpe anche. L’acme lo raggiunsi quando prendemmo una casa in affitto al mare per 15 giorni . Mio marito dovette approntare un carrello attaccato al gancio dell’auto. Un carrello che porta 15 Q. di carico, questo per dare un’idea delle dimensioni. Quell’anno portai con me anche le sedie, coperte (luglio), cuscini, pentole. La casa era una villetta sul mare, attrezzata di tutto, non era un campeggio nè si trovava in una zona desertica o sottosviluppata dove non si poteva acquistare qualcosa di dimenticato, ma la mia ossessione per l’organizzazione perfetta e impeccabile mi imponeva quel comportamento. Mi ci vollero due giorni per raccapezzare tutte le mie cose. Era diventata una vera e propria ossessione e questo ragionamento lo traslavo anche nelle faccende di casa e anche, ad esempio, nella scelta dei ristoranti. L’unico modo in cui pensavo di sedare l’ansia del controllo era proprio quella di controllare ancora di più. Prima lo reputavo necessario ma ora mi rendo conto che era una esperienza tremenda, perchè ero diventata schiava delle mie ossessioni. Dopo circa 3 mesi dallo psicologo cominciavo a stare meglio e strano a dirsi il grossissimo guaio fu per mio marito che adeguato a questi miei standard fu molto disorientato e continuava a propormi di controllare bene le cose (se avevo chiuso il gas, se la porta era chiusa a chiave con 4 giri, se i cani erano nella cuccia o liberi nel giardino) e di portare di tutto nei viaggi: lo avevo contagiato! Ora affronto le cose in maniera naturale e serena, ad esempio ormai nei miei viaggi sono solita partire con una sola borsa.
L. 58
La mia ossessione principale era Il mio cuore, il battito cardiaco e anche la mia respirazione. Tutte queste funzioni erano sottoposte al mio rigoroso autocontrollo, cercavo di mantenerle nella norma, mi spaventava l’idea che potessero alterarsi e farmi stare male. Bastava una rampa di scale e mi agitavo perchè perdevo il controllo del mio corpo. Cercavo di non affaticarmi e non esagerare con gli sforzi per no avere picchi di battiti cardiaci incontrollabili. Nel giro di pochi mesi con lo psicologo, ho capito che il mio corpo è esso stesso una macchina perfetta senza bisogno del mio intervento per funzionare alla perfezione; certo questa consapevolezza ce l’avevo già ma non riuscivo a smettere di autocontrollarmi perchè la paura di sentirmi male e che il cuore mi esplodesse era troppa. Ora non mi preoccupo più di queste mie ex ossessioni ed affronto i problemi della mia vita quotidiana con meno stress e tensione. Posso dire di essere molto più rilassata e calma e il tutto senza dover respirare forzatamente e fortemente come facevo prima per cercare di calmarmi quando ero in situazioni stressanti. Una nota merita la mia ipertensione arteriosa: era da 20 anni a livelli di alterazione che raggiungevano picchi altissimi (pressione 220/120) e mi procuravano delle corse al pronto soccorso. Negli ultimi anni avevo adottato una terapia farmacologica con discreto risultato (pressione 140/80). La cosa per me, medico, inspiegabile è che durante il percorso psicologico ho iniziato a soffrire di vertigini pur stando bene fisicamente ed in equilibrio psicologico con me stessa come mai prima. Allora mi sono recata a fare un controllo e ho scoperto che il farmaco non mi serviva più, ma non sapendolo lo continuavo a prendere e il risultato erano le vertigini (segnale fisico che mi diceva che non avevo più bisogno delle pillole per la pressione). Ho constatato, una volta interrotta la terapia farmacologica, che la mia Pressione Arterisosa era di 100/50 e adesso è un anno e mezzo che ho sospeso le terapie e sono rimasta su questi valori, che erano i miei valori di quando avevo 40 anni! Come medico non avrei mai accettato di credere ad un paziente che mi avesse raccontato di essere guarito dalla ipertensione arteriosa non con i farmaci ma con lo psicologo, ma è così che per me è andata
M.64
Sono G. ho 46 anni e da circa 5 anni soffrivo di ansie a causa del mio lavoro e non solo. Il mio crollo è accaduto dopo un periodo di stress mentale e psico-fisico prolungato. Non riuscivo più ad affrontare serenamente le mie giornate, la mia ossessione di raggiungere la perfezione sul lavoro mi aveva portato ad avere una ottima considerazione tra i colleghi ma a me alla lunga mi aveva logorato. La situazione era divenuta ingestibile per me e allora mi sono rivolto, controvoglia, allo psicologo. Con lui sono riuscito a migliorare la situazione che stava diventando una situazione di tipo ossessivo che non riuscivo più a controllare. Cioè andavo sempre a rivedere o a ricontrollare cose già fatte sul lavoro, controllavo e ricontrollavo con il dubbio di aver tralasciato qualcosa, di non averla fatta correttamente, nel modo giusto. Questo dubbio lo portavo a casa con me e mi perseguitava anche quando erano passate ore dal lavoro. Ho cominciato a non dormire bene, ad essere distaccato con la mia compagna perchè quei dubbi ora erano anche a casa, ero preda di questi pensieri ossessivi che non mi lasciavano mai. Con lo psicologo abbiamo trovato il modo di allontanare questi pensieri che inizialmente mi seguivano con meno forza (si erano ridotti) fino poi a dileguarsi e a permettermi di tornare efficiente sul lavoro senza per questo rinunciare alla mia serenità. Capire che stavo bene per me è stato facile perchè quando ho smesso di avere dubbi, sono scomparse anche le ansie che derivavano da questi dubbi e quindi ho ripreso i ritmi naturali della mia vita.
G. 45